Pubblicato il: 11-05-2022

In divinazione Eihwaz pone l’individuo di fronte ad una trasformazione che deriva dalla conoscenza di un dolore, di un’afflizione, di una pena o di un tormento, aprendogli lo sguardo verso una rinnovata visione, scevra da ostacoli che gli sono di impedimento, falsandone così l’intensità, nell’attesa del sopraggiungere delle prossime rune della sequenza magica. È pertanto un glifo di transizione, rivolto verso l’imminente futuro, liberando il sé da veli che occultano la nitida scena del proprio inconscio. Passando attraverso la letteratura, la cui culla madre è la tradizione orale figlia delle differenti credenze popolari a volte così diverse seppur con tratti comuni, l’istinto vede l’uomo adattare le forme della natura in base alle proprie necessità, compreso il conferire alla runa Ýr il concetto di “morte” quale naturale termine delle sofferenze, dazio propedeutico all’ingresso ad una miglior vita, in generale nell’affrontare consciamente la speranza di un periodo di risoluzione positiva rispetto ad un precedente stato di difficoltà.