Il malocchio

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Il malocchio

Pubblicato il: 27-11-2021

Nella tradizione stregonica italiana il maleficio prende il nome di “fascinazione”, termine derivante dal “fascinum” romano, antico retaggio di culti pagani relativi al nume della vegetazione. Conosciuto come “malocchiu” in Sicilia, “s’ogu malu” in Sardegna e come “occhiaccio” nel Lazio, comporta nella sua dinamica l’esistenza di una vittima e di un agente fascinatore. È inoltre fondamentale la consapevolezza dell’avvenuto maleficio da parte dell’affatturato, tale da creare in quest’ultimo una forma pensiero negativa, necessaria alla sua realizzazione. Vede come presupposto la presenza di un fluido emanato attraverso lo sguardo di taluni individui anche capaci di indirizzare in modo diretto, quindi volontariamente, la loro intenzione. Non ha efficacia su un membro della stessa famiglia, in quanto due consanguinei non hanno alcuna possibilità di “gettare l’occhio l’uno sull’altro”. Guardando fisso colui che “manda il malocchio”, fino a quando costui non distoglie il proprio sguardo, rende innocua la sua volontà. Tale pratica richiama il galdrastafur conosciuto con il nome di “Ægishjálmur”, o “Elmo del terrore”, quale incantamento propiziatorio nei confronti del nemico nell'affermare verso questi il proprio coraggio, propriamente indossato in corrispondenza del terzo occhio.